Scambio di Coppia
I dirimpettai (cap 4 di 9:secondo round)
di Zindo
08.09.2024 |
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"Mi guarda da capo a piedi, sembra che mi stia facendo una radiografia, i suoi lineamenti si fanno duri, Quasi con tono di sfida dice: "Lo chiedo io a..."
Salve, sono Ester. Scusatemi se questa volta, comimcio io a raccontare la storia che sta scrivendo Zindo, come si fa chiamare qui sopra e che in realtà si chiama Matteo.Il fatto è che già per loro natura gli uomini, in generale, sanno fare bene poche cose e in tutte le altre combinano solo pasticci.
Matteo poi non solo è uomo ma manca di esperienza nelle relazioni multiple, essendo alla sua prima avventura e, ve ne sarete già accorti, è soprattutto uno indeciso, combattuto tra desideri allettanti e sensi del dovere troppo vincolanti, tra il voler coinvolgere anche la moglie e la paura di farlo davvero.
Non ci sono persone più pericolose degli indecisi. Infatti Matteo (o Zindo che dir si voglia) questa volta non ha combinato un semplice pasticcio, ma un vero disastro.
Ma, dico io, si può essere così incoscienti da spiattellare, all'ultimo secondo, la "confessione" di un tradimento? Senza un minimo di tatto o di preparazione!
..e quando lo fa?
Un attimo prima dell'arrivo davanti alla moglie delle persone con cui lui l'ha tradita. Cioè io e Ruben....avendole appena detto più o meno che l'aveva tradita con loro, che poi siamo noi che stiamo per entrare in casa loro.
Che si aspettava che facesse Linda, sua moglie? Che lo applaudisse? Che esultasse di gioia?Cos'altro?
Bando alle mie considerazioni personali e ricomincio io, Ester, a narrare la storia, da dove lui vi ha lasciato alla fine della terza puntata.
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Io (Ester) e Ruben ci guardiamo e scambiamo un sorriso quando, uscendo dall'ascensore al piano in cui abitano Matteo e Linda, vediamo chiusi tutti i portoncini degli appartamenti di quel piano. Ci saremmo aspettati di trovare la porta della loro casa già aperta e almeno uno di loro, se non entrambi, ad attenderci sul pianerottolo.
Io so qual'è la porta di casa loro. Ci sono stata altre volte in questa casa. Potrei suonare al campanello, mi limito a battere le nocche sul legno.
Ancora istanti di attesa. Li immagino oltre la porta trepidanti, che tirano un profondo respiro per superare quell'ultimo sforzo mentale di aprire la porta non tanto a noi quanto ad una loro nuova esperienza erotica.
Ecco, stanno aprendo. Ci siamo. Sono pronta a fare "Cucù"
... Sorpresa spiacevole!
Oltre la porta c'è solo Matteo (Zindo), con una espressione funerea. Bisbiglia "Entrate, ho fatto un cazzata. Entrate". Si tiene la guancia sinistra con una mano
In me svapora tutta l'euforia che avevo in corpo. Penso ad un tragedia, non immagino quale, comunque qualcosa di grave. Sento Ruben chiedere con voce ansiosa: "Cos'è successo?".
Matteo fa un gesto con la mano come a dirci "Entrate, andiamo da quella parte" e, richiudendo l'anta del portoncino ripete "Ho fatto una grande cazzata" poi aggiunge "Le ho detto tutto"
"Tutto cosa?" chiediamo all'unisono io e Ruben.
"Di noi, di quel sabato"
Ci accavalliamo io e Ruben con due diverse domande. "Quando lo hai fatto?" chiede Ruben. "Come ha reagito?" chiedo io.
Risponde ad entrambi "Adesso, mentre salivate in ascensore. Mi ha dato uno schiaffo". Toglie la mano dalla guancia, si vedono ancora i segni lasciati dalle dita.
Mi viene da ridere. Non lo faccio.
Ruben chiede "Dov'è lei adesso?". Matteo con gli occhi indica una porta, e dice "Penso in camera. Di là, comunque. Vado a chiamarla". Si avvia. Lo fermo. Dico "State qui voi due, Provo a parlarle io".
Ah, questi uomini. Come si muovono fanno danno . Noi donne dobbiamo metterci le pezze. Sempre.
Supero la porta, vedo la luce filtrare solo sotto una delle altre porte sul disimpegno. Linda deve essere lì dentro.
Busso. Vorrei aggiungere "Posso?". Non ne ho il tempo. Subito dall'interno, Linda quasi grida nel dire: "Va via, non ti voglio sentire"
Azzardo, con voce pacata "Scusa Linda, sono Ester. Posso entrare?"
Ora non grida, dice con calma: "Lasciatemi in pace. Anche tu. Ti prego va di la"
Sono portata a pensare positivo, perciò apprezzo il fatto che non mi abbia detto "vattene" ma "va di la". Non mi ha cacciata di casa.
Secondo me ha chiesto qualche minuto per smaltire "la botta". Glie ne concedo uno solo, poi torno alla carica. Metto mano alla maniglia, l'abbasso, spingo, dischiudo solo quanto basta a far passare la testa e, affacciatami chiedo: "E' passata? Va meglio?"
Mi guarda, non mi scaccia, non mi invita ad entrare. Chiede "Passato cosa? Che si è inventato di nuovo quello lì? Magari vi ha detto che sto poco bene o qualche altra idiozia di sua invenzione"
Anche se non mi ha invitata a farlo, entro nella stanza, riaccosto la porta appena superata. Le dico. "Non ci ha detto niente. Siamo appena arrivati. Ho chiesto dove stavi, mi ha indicato qui. Sono venuta a salutarti. Tutto qui. Ora te lo chiedo io invece: come mai sei così agitata? E' successo qualcosa?".
Mi guarda da capo a piedi, sembra che mi stia facendo una radiografia, i suoi lineamenti si fanno duri, Quasi con tono di sfida dice: "Lo chiedo io a te: E' successo già qualcosa? Se sì, cosa? E quando? Fatemi sapere"
Sono sempre stata per il dire la verità. Non posso mentirle, anche se cerco di indorare la pillola mescolando un poco le carte e le dico : "Beh, penso che Matteo qualcosa ti abbia accennato. Abbiamo fortemente voluto questa serata solo per noi quattro proprio perché ci pareva brutto tenerti fuori e tenerti all'oscuro di quell'unica volta che è successo qualcosa, ma non di nascosto da te, solo senza te perchè tu non c'eri. Penso che tu fossi al mare, comunque non c'eri e Matteo si sta rodendo il fegato da quel giorno perché pare che abbia cercato di dirtelo varie volte ma non ha mai trovato il coraggio di dire tutto fino in fondo e chiaramente. Ci ha riferito che te ne ha parlato come se fossero state sue fantasie o un sogno.."
Ha la voce dura, cattiva, quando mi interrompe e dice; "Vedo che c'è molta confidenza tra voi due".
Non mi lascio "smontare". Le rispondo con immediatezza: "Ce l'ha con Ruben la confidenza, e Ruben ce l'ha con me e mi racconta tutto...".
Mi avvicino a lei, oso metterle la mano su una spalla, con l'altra la prendo sotto il mento, le sollevo il volto, la obbligo a guardarci reciprocamente negli occhi, le sorrido, le dico "Sta tranquilla, è innamorato pazzo di te. Ci ha voluto qui per dirti tutto ma non da solo. Per dirtelo tutti insieme. Andiamo di la, dagli uomini, vedrai che si chiarirà tutto perché è tutto semplice. Il brutto è quando ci si odia e si vuole fuggire, non quando si ama e ci si vuole unire. Matteo ti ama e... dai ti voglio bene anche io, ma come amica, non come lui e come amica ti dico: Stiamo insieme, tutti e quattro, io, tu e quei due che stanno di la. Vedrai che sarà bello. Piacerà anche a te".
Lei mi guarda perplessa, io le sorrido. Scatta il mio istinto, l'abbraccio, mi stringo a lei petto contro petto. La bacerei. Mi limito a carezzarle i capelli. Aggiungo anche una carezza sulla guancia. Poi la pendo per mano e le dico "Andiamo", tirandola verso la porta.
Con il tono da persona senza più energie mi dice solo:"lasciami il tempo di dare una sistemata al trucco, non voglio che Ruben mi veda così. Chissà cosa potrebbe pensare". Io euforica e sbarazzina, uscendo le dico "Quello che pensa da sempre di te: che sei bella e che..." -faccio la voce più seria-... "...anche Ruben fa sogni su di te e me lo dice. Mica solo Matteo sogna".
Resto ancora sulla porta, e aggiungo "Se anche tu ci stai li mettiamo a tacere tutti e due stasera, glieli facciamo diventare realtà noi i loro sogni"
Potrebbe darmi risposte che mi metterebbero in difficoltà. Non gliene do il tempo. Esco dopo averle fatto l'occhiolino e richiudo la porta. Torno dagli uomini.
Spero di aver rimediato
Posso ripassare la parola all'autore di queso racconto, a Matteo. Vai Matteo o Zindo come ti fai chiamare, continua tu ora...
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Eccomi.
Avrei tanto da dire anche io su quanto è successo fuori dalla stanza dove sono state le donne, e sulle cose che mi ha detto Ruben, ma penso che chi legge ne abbia già abbastanza di parole. In fin dei conti si sceglie di leggere un racconto erotico per leggere di scopate non di problematiche sulle difficoltà per arrivarci a quelle scopate. Riassumo tutto nell'unico vero consiglio che mi ha dato Ruben e che poi a me è sembrato anche una specie di ordine sul come comportarmi questa sera se la mia avventata mossa non ha già mandato tutta all'aria.
"Visto che - mi ha detto Ruben- non mi pare che Linda sia proprio pronta al cento per cento, per questa prima volta, se non è saltato già tutto per aria, limitiamoci. So che non è la stessa cosa di uno scambio o di una ammucchiata ma sempre meglio di niente è scopare ognuno la propria moglie, senza forzare, ma a stando a vista una coppia dell'altra. Può darsi che basti a smuovere un poco Linda. Tu non forzare mai, stai solo attento alle mosse che fa lei ed assecondala. Al limite anche se dovesse dire basta, noi dobbiamo smettere. Non si deve sentire obbligata, piuttosto si deve sentire la conduttrice dei giochi..."
E' stato interrotto dal ritorno di Ester alla quale chiediamo in coro: "Allora? Che dice? Che fa?". Ci riferiamo ovviamente a Linda.
Ester sorride e dice "Mi sa che viene, Forse ce la faremo. Non siate frettolosi. Cambiamo discorso ora"
Effettivamente cambiamo discorso. Non li riporto, sono discorsi oziosi, per riempi tempo, per far distrarre le attenzioni dalla vera questione, insomma noioso anche farli, vi risparmio la noia di leggerli, almeno gran parte delle chiacchiere fatte aspettando Linda che poi, al suo arrivo, accogliamo con finta naturalezza, lasciando che si saluti con Ruben, poi scambiamo altre parole mettendoci a tavola, consumando gran parte della cena, fino a quando Linda, non sposta di poco la sua sedia all'indietro, abbassa il suo busto da un lato, solleva la tovaglia, si china a guardare sotto il tavolo e chiede; "Si può sapere chi è?"
"Chi è chi?"
"L'impertinente che continua a fare piedino"
Risponde subito Ester : "Mi sa un poco tutti. Io ne sto ricevendo da inizio sera e non mi importa da chi. Mi stuzzica altri appetiti, visto che quella del cibo la stiamo placando con il mangiare"
Sto per dire "non da me" quando una energica ginocchiata di Ruben, che siede alla mia sinistra, mi zittisce prima che parlo.
Ester ridacchia in maniera civettuola e aggiunge "Qualche piedino l'ho fatto pure io..ma chi lo riceve non mi da segnali, evidentemente non interesso"
"Interessi sempre a me" le dice Ruben.
Guardo Linda, è come esterrefatta, forse perché stupita dalla piega che sta prendendo la conversazione; guardo gli altri due, capisco che stanno dicendo balle solo per accendere un poco la serata che langue.
Resta però anche per me il quesito di chi ha fatto piedino a Linda visto che io non sono stato. Penso ad Ester: lei ha cominciato a fare battute osé e poi Ruben mi aveva detto "a ognuno la sua donna stasera" perciò non dovrebbe essere stato lui. Allora forse Ester non ha mentito? Ha ricevuto anche lei "piedini"? Da qualcuno che non può essere altri che Ruben, visto che io non mi sono mosso e Linda certamente no. E se fosse stato anche lui a farlo a Linda?
Mi ritrovo così a guardar con molta attenzione i movimenti di tutti per individuare chi osa farli, e le espressioni delle facce per capire chi li riceve.
Ci metto poco a capire che stiamo facendo tutti la stessa "indagine". Nessuno si scopre.
Forse nessuno lo fa.
Perché non comincio io a fare il piedino a qualcuno?
Vado?
Vado!
Vado tra le gambe di Linda che mi siede di fronte.
Subito Linda dice: "Sei stato tu questa volta, non fare il furbo. Il tuo tocco lo riconosco. Prima no, prima era un tocco diverso".
Guardiamo entrambi prima Ester poi Ruben. Non si tradiscono dalle espressioni. Ruben indica me e dice a Linda "Forse era lui pure prima , ma il suo piede mentiva per non farsi riconoscere"
"Sono stata io -dice Ester- Li ho fatti a tutti e tre per smuovere un poco l'atmosfera, ma solo Linda ha reagito. Voi maschietti sembrate dei dormi-in-piedi. Non avevamo detto, almeno noi tre, di ritrovarci per far diventare reali i sogni di qualcuno e per svezzare anche la nostra innocente Linda?"
Ruben ci va pesante con me, dicendo "Forse c'è da far svegliare anche l'amico mio qui a fianco che aspira a molto ma non fa nulla per guadagnarselo". poi mi da una specie di spintone amichevole, alla buontempone e dice: "E vai, deciditi ad alzarti, bacia tua moglie, toccale i seni. ..fallo a lei visto che certamente non hai il coraggio di farlo con Ester. A lei ci penso io. Guarda".
Si alza, passa alle mie spalle, va dietro la sedia di Ester che solleva il volto, reclina la testa all'indietro, Ruben si china su di lei dall'alto e la bacia come può farlo da quella posizione ma le infila sfacciatamente le mani nella scollatura per palparle il seno.
Ricordo il suo consiglio ("Partiamo ognuno con la propria donna ma a vista"), ho recepito sia il suo rimprovero ("il mio amico si deve svegliare") sia il suo recente ordine ("Alzati e va a baciare tua moglie").
Ha proprio ragione! Che aspetto che tutto mi cada dal cielo? Devo agire, forse dovevo farlo da tempo.
Mi alzo. Si alza anche Linda, vado verso lei, lei va verso la cucina. Faccio un balzo in avanti per afferrarla, lei fa una mossa laterale per schivarmi. Non trovando lei da prendere, mi trovo sbilanciato e traballo. Linda sorride e mi ordina "vai a sederti. Si vede che tu non sei portato per queste cose " però mi sorprende con il suo tentativo di afferrarmi per impedirmi di cadere. Non è lei che me lo impedisce, sono io che mi riprendo, anche se in un maniera goffa tanto che finisco proprio contro lei, che sta dicendo le parole appena riportate.
Quando le sbatto contro mi afferra la faccia con le mani e, a sorpresa prima mi bacia poi dice "E menomale che non sei portato".
Si fa seria e dice "Stupidone, sai che prima mi hai fatto stare male? Ci stavo credendo alla frottola che mi hai detto" Ora sono io a baciarla per poi dirle. "Non era una frottola. Guardati intorno. Credi che ci potremmo permettere questi comportamenti se tra noi tre non ci fosse già un accordo ed una intesa? Manchi solo tu e ti vogliamo. Io ti voglio e voglio anche loro due, o almeno li voglio vicini, a vista. Dai spogliamoci, facciano all'amore qui, sul tappeto. Loro, vedi? Si stanno già spogliando".
Non è vero. Non si stanno spogliando, stanno già scopando (semi vestiti); Ruben con i pantaloni calati fino a metà coscia, seduto sulla sedia; Ester con la gonna sollevata seduta a cavalluccio sul marito, si baciano. Da come muove il bacino Ester, il marito la sta già penetrando.
Linda sgrana gli occhi incredula. trattiene il fiato poi. come inferocita, va verso i due e batte una mano sulla spalla di Ester. Penso che stia per fare una scenata.
La grande Ester smette di baciare il marito, alza le spalle, gira la testa. guarda Linda e dice: "Vuoi già fare il cambio? Vieni, te lo lascio". Scende dalle gambe di Ruben che rimane con il suo ragguardevole attributo dritto, teso e..tutto umido: bagnato di Ester.
Mi risuona di nuovo nell'orecchio il rimprovero (tu non fai nulla) e non volendo più rimproveri, dico a Linda "Vai prendilo. Guarda che ben di Dio"
"Sei matto?"
"Fai la matta anche tu,, poi ne riparliamo, ora lasciati andare"
"Lo farei davvero solo per fare dispetto a te"
"Fallo anche per vendicarti di quando io ho già scopato Ester al fiume"
"E vieni" le dice Ruben tendendo le braccia verso lei
Linda mi guarda. Io le dico "vai". Lei va.
Mi sento tirare per una mano da Ester. Anche lei dice "vieni" tirandomi verso il divano. Anche io vado.
Linda ha preso letteralmente il posto che prima aveva Ester. Ruben sta muovendo gambe e bacino per sbatterla dal basso. Lei non lo bacia come prima Ester baciava il marito, ma guarda me . Io pure sto per unirmi ad Ester sul divano.
Mi sto liberando dei calzoni ma, nonostante Ester mi aspetti già a cosce aperte, io più che lei sto guardando Linda. Vederla impalata da un altro uomo mi fa provare sensazioni sublimi mai provate prima. Non voglio privarla dello steso piacere e giacché è lì che guarda, meglio che le dia la possibilità di vedere qualcosa di simile a quello che vedo io, che veda me trombare con Ester come io vedo lei farlo con Ruben, perché anche lei possa bearsi. E' assurdo ma è più per dare piacere visivo a Linda che sessualmente a me ed ad Ester che mi libero di tutti i freni inibitori che sin qui mi hanno condizionato e con foga e passione faccio il toro scatenato con quella vacca che sto scoprendo essere Ester. Ma principalmente godo nel vedere come e quanto si sta scatenando quella troia di mia moglie che ha fatto la ritrosa fino a poco fa ed adesso fa cose che con me non ha mai fatto prima. Anzi no. Fa cose che con me ha già fatto tante volte, ma mai in questa maniera. Non so cosa stiano provando Ester e Ruben, io mi sento come tra mille fuochi d'artificio a mezzanotte di capodanno . Scopro di avere anche una intesa a distanza con Linda perché sento a pelle il suo estasiarsi, non penso solo per la buona dotazione e buona prestazione di Ruben ma per questo insieme di fantastico spettacolo che abbiamo messo in scena.
Mi fa piacere comunque avere la certezza che anche i nostri dirimpettai sono iper appagati, perché Ester dice: dobbiamo mandarli via più spesso i ragazzi, per una goduria così vale la pena.
Ruben le fa eco: "Non Serve, stando così vicini basta sfruttare le ore in cui loro stanno a scuola".
Linda, più ingrifata di tutti "Pensiamo a sfruttare questa notte, Parlate meno, fate di più, fate cose strane, mi voglio proprio rifare degli arretrati che ho rispetto a voi. per quel sabato che mi avete esclusa."
Ha ragione! Per raccontare tutto a voi lettori mi sto concentrando poco sulla serata. A questo punto avete capito già come finisce la storia, perciò smetto di raccontarla e mi tuffo a capo fitto in questo meraviglioso piacere.
Se la serata fosse solo l'avvenuto approdo al desiderato "far gruppo", il racconto potrebbe chiudersi qui. Poiché invece è anche l'inizio di una strana ma bella relazione di "buon vicinato", la storia continuerà ancora, con il prossimo capitolo. Vi aspetto per raccontarvi anche il seguito
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.